La demistificazione dei fattori sociali dell’ESG: come accedere alla componente “S” dei temi ESG
Se le problematiche sociali non vengono affrontate, possono avere un impatto negativo sulla performance degli investimenti. Nonostante ciò, i fattori sociali sono i meno conosciuti per molti investitori rispetto ai fattori ambientali e di governance. In una conversazione con Jennifer Wu, Global Head of Sustainable Investing, e Minal Davé, specialista di Investment Stewardship, Massimo Greco, Head of EMEA Funds, ha cercato di scoprire come mai gli investitori stanno ora prestando maggiore attenzione alla componente “S” dell’acronimo ESG.
Perché i fattori sociali sono importanti?
Jennifer Wu - Il contributo della componente sociale dell’ESG alla performance degli investimenti sostenibili può essere meno intuitivo rispetto a quello dei fattori ambientali, o addirittura della governance, ma non è meno cruciale. Le aziende che non trattano i dipendenti o clienti con lealtà, utilizzano fornitori senza scrupoli o hanno scarso riguardo per la collettività in cui operano, difficilmente prosperano nel lungo periodo.
I motivi sono evidenti. La forza lavoro di un’azienda che non assicura un ambiente di lavoro salubre e sicuro, ad esempio, ha meno probabilità di essere soddisfatta e produttiva. Allo stesso modo, un’azienda che “prende le scorciatoie” sulla sicurezza dei prodotti, usa metodi di vendita discutibili o tutela in maniera inadeguata la privacy dei dati rischia un danno reputazionale nel lungo termine.
I problemi sociali possono insorgere lungo la filiera produttiva e le aziende rischiano sanzioni se intrattengono relazioni commerciali con fornitori che trattano scorrettamente i dipendenti o causano danni all’ambiente. Inoltre, le aziende rischiano sanzioni pecuniarie elevate o azioni giudiziarie se le loro attività sono dannose per le collettività locali in termini di inquinamento o cattiva gestione delle risorse.
Quali sono i principali problemi in ambito “s” che le aziende si trovano ad affrontare?
Minal Davé - La gestione del capitale umano è un punto a cui viene dedicata molta attenzione, in particolare dopo l’epidemia di Covid. Numerose aziende hanno mostrato un interesse molto maggiore per la salute e il benessere dei dipendenti, creando luoghi di lavoro più puliti e meglio ventilati oltre a benefit sanitari aggiuntivi, come anche una maggiore attenzione alla salute mentale. Un’azienda che mette la gestione del capitale umano tra le priorità programmatiche ha maggiori probabilità di fidelizzare e sviluppare il personale più talentuoso, con chiari vantaggi per le performance future.
Un altro tema chiave è quello della diversità, equità e inclusione, qualcosa che crediamo fermamente sia importante non solo per la coesione sociale, ma anche per la capacità di creare valore per gli azionisti nel lungo periodo. Ad esempio, alcune ricerche indicano che una maggiore presenza femminile in posizioni dirigenziali di alto livello può essere vantaggioso per la performance finanziaria di un’azienda.
Tuttavia, diversità, equità e inclusione non sono solo qualcosa che ci aspettiamo dagli altri. Sono importanti anche per J.P. Morgan. Vogliamo essere una buona società con cui lavorare ed un investitore in buone società. Per migliorare l’equità sociale ed etnica, ad esempio, abbiamo preso un impegno pluriennale e di diversi miliardi per investire in tutto il mondo in comunità svantaggiate e sottorappresentate. Abbiamo aderito a campagne globali per aumentare la diversità della forza lavoro, come il 30% Club, che mira a migliorare la presenza femminile nei consigli di amministrazione e che sta espandendo il proprio raggio d’azione per sostenere l’equità etnica.
Perché è giunto il momento di concentrarsi sulla “s”?
Jennifer Wu - Il punto di svolta per gli investimenti in ambito “S” è stata la rivoluzione dei “big data”. Il boom delle fonti alternative di dati ha consentito di vedere società su cui in precedenza gli investitori non avevano mai puntato e, anche grazie alle maggiori informazioni aziendali, sta contribuendo a mettere in luce rischi e opportunità precedentemente sconosciuti.
Allo stesso tempo, lo sviluppo dell’intelligenza artificiale e delle tecnologie di apprendimento automatico consente agli investitori di interpretare tutti questi dati in modo rapido ed efficiente, utilizzando parametri che consentono di individuare i titoli potenzialmente in grado di trarre vantaggio dai fattori sociali ed escludere le società che presentano rischi significativi o che stanno affrontando il cambiamento sociale solo a parole. Di conseguenza, oggi gli investitori hanno l’opportunità, per la prima volta nella storia, di impiegare capitale su larga scala per dare impulso a un cambiamento sociale positivo.
Quali fattori sociali possono essere individuati utilizzando i big data?
Jennifer Wu - Il nostro team di Data Science esamina centinaia di migliaia di fonti di dati per individuare nei titoli i fattori sociali che potrebbero avere un impatto reale sui risultati sostenibili, nonché sulla performance finanziaria futura.
Prendiamo ad esempio la diversità, l’equità e l’inclusione. Le informative aziendali tendono a concentrarsi sulle quote, o sui dati complessivi, per misurare la presenza femminile come percentuale della forza lavoro oppure la diversità etnica di un’azienda. Tuttavia, fermo restando che le quote possono fornire un punto di partenza importante per incoraggiare la diversità, limitarsi al numero di donne presenti nel consiglio di amministrazione non è di per sé sufficiente a rendere un’azienda diversificata. Per avere un quadro completo, gli investitori richiedono informazioni più dettagliate, ad esempio i dati sulla mobilità delle donne all’interno dell’organizzazione, e devono anche poter vedere come l’azienda si comporta per quanto riguarda l’adozione di misure in favore della diversità che riguardano un ambito più ampio, includendo fattori come gruppi etnici, orientamento sessuale, età e disabilità.
Queste informazioni sono disponibili, ma bisogna sapere dove cercarle. I nostri data scientist analizzano ad esempio le recensioni dei dipendenti su Glassdoor, una piattaforma per l’impiego, per comprendere meglio i problemi che potrebbero determinare un impatto negativo sulla performance delle società, come un basso morale tra il personale o una cultura del lavoro viziata dal bullismo. Il team può anche setacciare LinkedIn per scoprire altri potenziali segnali d’allarme (ad esempio un elevato avvicendamento del personale) che possono far luce su questioni come lo spirito di competizione e il trattamento del personale. Siamo in grado di affrontare anche problematiche specifiche di determinati settori, come la salute e la sicurezza nel settore minerario, e analizzare i dati relativi alle rimostranze segnalate alle organizzazioni non governative per vedere cosa sta succedendo sul campo, in termini di potenziale violazioni dei diritti umani o danni ambientali.
Cerchiamo sempre di convalidare e testare i dati che utilizziamo per vedere se contengono pregiudizi, utilizzando allo stesso tempo fonti terze per garantirne l’anonimato. Il risultato è un quadro molto più dettagliato e sfumato delle opportunità e dei rischi che le aziende devono affrontare rispetto a quello che si può ottenere semplicemente guardando i dati complessivi pubblicati dalle aziende stesse.
In che modo gli investitori possono ottenere la massima esposizione ai cambiamenti sociali positivi?
Minal Davé - Una volta individuati i problemi inerenti alle tematiche “S”, gli investitori devono decidere se possono essere affrontati in un lasso di tempo ragionevole o se l’efficacia dell’engagement è messa in discussione da un rischio temporale maggiore. Le aziende che hanno utilizzato in modo improprio le informazioni sui clienti, ad esempio, potrebbero impiegare molto tempo per riprendersi dal danno reputazionale causato.
In molti casi, tuttavia, gli investitori possono cercare di dare un impulso a un cambiamento positivo e incoraggiare risultati sostenibili attraverso l’engagement. Riteniamo che porre domande sfidanti alle società in cui investiamo e collaborare con loro per aiutarle a realizzare un cambiamento possa avere un impatto positivo sulle società e generare anche a una migliore performance finanziaria.
Per citare un esempio concreto, abbiamo recentemente espresso le nostre preoccupazioni a un rivenditore di fast fashion del Regno Unito quando alcune segnalazioni di salari inadeguati e condizioni di lavoro carenti nei magazzini aziendali nonché alcuni timori per la salute e la sicurezza di diversi fornitori avevano minacciato il valore per gli azionisti. Da allora l’azienda si è impegnata a pubblicare una relazione annuale sulla sostenibilità e a rendere noto l’elenco dei fornitori, assicurando la necessaria trasparenza e creando l’opportunità di ottenere un risultato sostenibile positivo.
Cerchiamo inoltre di incoraggiare attivamente le azioni volte a migliorare il mix di genere ed etnico nei consigli di amministrazione e tra le organizzazioni, dato l’impatto positivo che, a nostro avviso, i team diversificati e inclusivi possono avere sulla performance finanziaria. Lavoriamo a stretto contatto con le aziende che sono in ritardo sul fronte della diversità per scoprire come mai e per vedere cosa si può fare per migliorare la situazione.
Cosa possono fare gli investitori se l’engagement non funziona?
Minal Davé - Riteniamo che l’engagement, o coinvolgimento aziendale, sia uno strumento efficace per ottenere risultati sostenibili. Di conseguenza riveste un ruolo chiave nelle nostre attività di ricerca ESG. Ma se una società non interviene in tempi ragionevoli per affrontare le problematiche sollevate, possiamo, votando contro la società in occasione dell’assemblea generale annuale, inviare un segnale forte al consiglio di amministrazione per indurlo a prendere sul serio le nostre preoccupazioni. Se il voto contro la società non funziona, possiamo, come ultima risorsa, interagire con altri investitori per disinvestire le partecipazioni.
Investimento sostenibile con J.P. Morgan Asset Management
In tutto il mondo, tutta la nostra ricerca sugli investimenti integra totalmente una rigorosa analisi dei fattori sociali ai fattori ambientali e di governance. Scopri di più sul nostro impegno per gli investimenti sostenibili e come trarre vantaggio dalle tematiche “S” dell’ESG.
Massimo Greco
Head of EMEA Funds di J.P. Morgan Asset Management è responsabile della distribuzione dei nostri fondi retail in tutta Europa, ivi compresa la nostra gamma di strategie sostenibili, in costante espansione.
Jennifer Wu
Global Head of Sustainable Investing, è responsabile di sviluppare la nostra piattaforma di investimento sostenibile per incorporare la ricerca ESG e sui cambiamenti climatici, l’engagement con i clienti, la gestione degli investimenti, l’integrazione dei fattori ESG e lo sviluppo di prodotti innovativi.
Minal Davé
è uno specialista della stewardship degli investimenti e lavora a stretto contatto con il nostro team Global Sustainable Investing per effettuare l’engagement con le aziende su una serie di questioni ESG e di sostenibilità.