Naviga attraverso gli strumenti a tua disposizione e scopri i video della strategist sui concetti principali, il glossario dei termini per prendervi familiarità oppure, per i più esperti, il training integrale con tutto quello che ti serve sapere sul tema.
Cos'è l'inflazione?
Scopriamo cos’è l’inflazione e quali sono i fattori che la innescano
Banche Centrali e inflazione
Analizziamo in che modo le banche centrali agiscono per gestire l’inflazione e con quali strumenti
Inflazione e investimenti
Capiamo come l’inflazione agisce sugli investimenti così da sapere quando e come adeguare il portafoglio
Il glossario dell'inflazione
Le basiLe basi
L'inflazione è uno degli indicatori economici chiave e uno dei temi al centro dell'attenzione di investitori, aziende e consumatori. Vediamo i termini che servono per descriverla e calcolarla
Inflazione (o inflazione primaria)
Si tratta di uno degli indicatori più importanti per capire lo stato di salute di un’economia, poiché calcola l’incidenza dei prezzi sulla spesa dei consumatori. In particolare l’inflazione indica una crescita generalizzata e continuativa dei prezzi dei beni nel tempo. Detto in altri termini, significa che con lo stesso ammontare di moneta è oggi possibile acquistare una quantità di beni inferiore rispetto al passato.
L’inflazione viene calcolata sulla base di un paniere di beni che in Italia è definito dall’Istat, l’Istituto nazionale di statistica. Questo indicatore non è importante soltanto per conoscere il potere di acquisto delle famiglie, ma serve anche a orientare le politiche monetarie delle banche centrali.
Inflazione core
Core è un termine inglese che in italiano possiamo tradurre con “nucleo”. L’inflazione core è pertanto un particolare tipo di inflazione che viene calcolata senza tenere conto dei beni soggetti a forte volatilità: dalla misura dell’aumento medio dei prezzi sono esclusi infatti i generi alimentari e i costi dell’energia. Si tratta di un indicatore utilizzato soprattutto nelle valutazioni di politica monetaria. Questo concetto è stato introdotto nel 1975 in uno studio dell’economista statunitense Robert J. Gordon e in seguito rielaborato anche da altri studiosi.
Paniere
Introdotto per la prima volta in Italia nel 1928, il paniere è lo strumento utilizzato dall’Istat (Istituto nazionale di statistica) per rilevare i prezzi al consumo di beni e servizi nel mercato e calcolare così l’inflazione. Viene aggiornato ogni anno e nel tempo è profondamente mutato. Se infatti all’inizio il paniere era suddiviso in cinque capitoli di spesa per un totale di 59 prodotti, oggi i capitoli sono ben 12 e coprono un ammontare complessivo di 1772 prodotti. Tra le novità introdotte nel 2022 figurano sedia da pc, friggitrice ad aria, saturimetro, psicoterapia individuale, test sierologico, molecolare e rapido per Covid-19, poke take away e streaming di musica. Un altro strumento importante è il paniere ponderato: in questo caso i beni e i servizi sono pesati ciascuno secondo un valore proporzionale all’importanza che essi rivestono nei consumi della collettività. Il paniere ponderato costituisce la base per il calcolo degli indici dei prezzi.
Inflazione “buona” e “cattiva”
Premessa: quando l’inflazione viene tenuta sotto controllo ed è generata da fenomeni positivi, i prezzi contribuiscono a far aumentare il Pil e di conseguenza cresce anche l’economia. Questa è quella che in gergo viene chiamata la “buona” inflazione, poiché generata da shock positivi di domanda aggregata: la domanda è robusta, l’occupazione è elevata e le aspettative sono ancorate attorno al target desiderato. L’inflazione “cattiva”, al contrario, è generata da shock dal lato dell’offerta. In questo caso i prezzi tendono ad aumentare e di conseguenza l’economia rallenta. L’esempio classico è quello di un rialzo dei prezzi energetici, che si traduce in una riduzione del reddito reale.
Inflazione percepita
Sebbene l’inflazione ufficiale sia calcolata dall’Istat, può accadere che i consumatori abbiano una percezione diversa sull’aumento dei prezzi e sul loro reale potere d’acquisto. In questo caso si parla appunto di inflazione percepita. Si tratta di una misura puramente qualitativa: per calcolarla infatti si considera la differenza tra la proporzione degli intervistati secondo cui il livello dei prezzi è aumentato e quella di coloro che affermano sia rimasta costante.
Calcolo dell’inflazione
Calcolare la variazione percentuale anno su anno del tasso d’inflazione è piuttosto semplice: basta sottrarre dall’indice dei prezzi al consumo dell’anno in questione quello relativo all’anno base, dividere tutto per l’indice dei prezzi al consumo dell’anno base e moltiplicare infine il risultato per 100.
Espresso in formula: [(Indice Anno−Indice Anno Base)/Indice Anno Base]*100
E' importante perchè...
- L’inflazione è un fenomeno dalle molteplici implicazioni che condiziona la vita di consumatori, aziende e investitori.
- È opportuno conoscere almeno i concetti di base per poter fare scelte di spesa e di investimento consapevoli.
Indici
I due principali indici che raccontano l'inflazione
Indice dei prezzi al consumo (IPC)
Per il calcolo dell’inflazione ci si basa sul cosiddetto indice dei prezzi al consumo (Cpi), vale a dire la misura statistica ottenuta calcolando le variazioni nel tempo dei prezzi di un insieme di beni e servizi, chiamato paniere, rappresentativo degli effettivi consumi delle famiglie in uno specifico anno. L’Istat rileva tre diversi indici dei prezzi al consumo: per l’intera collettività nazionale (Nic), per le famiglie di operai e impiegati (Foi) e l’indice armonizzato europeo (Ipca), utilizzato per confrontare la misurazione dell’inflazione a livello continentale.
Indice dei prezzi al consumo armonizzato (IPCA)
L’indice dei prezzi al consumo armonizzato (Ipca) è stato sviluppato per assicurare una misura dell’inflazione uniforme a livello europeo. Si riferisce alla stessa popolazione e allo stesso territorio dell’indice dei prezzi al consumo per l’intera collettività, ma viene calcolato su un paniere di beni e servizi costruito tenendo conto delle peculiarità di ogni paese e di regole comuni per la ponderazione (per esempio sono esclusi lotterie, concorsi a pronostici). Un’altra particolarità dell’Ipca è quella di fare riferimento al prezzo effettivamente pagato dal consumatore, al netto di eventuali sconti o promozioni. Introdotto nel 1997, rappresenta un indicatore utile per verificare la convergenza delle economie dei paesi membri dell’Unione Europea, ai fini dell’accesso e della permanenza nell’Unione monetaria.
E' importante perchè...
- Conoscere gli indici e gli acronimi per comprendere il linguaggio specialistico dell'economia permette di fare scelte consapevoli.
Scenari
L'evoluzione dell'inflazione non definisce solo due scenari. Vediamo in cosa consistono e ciò che comportano.
Iperinflazione
L’iperinflazione rappresenta un fenomeno particolarmente sfavorevole per un sistema economico. Si tratta infatti di un tipo di inflazione che sfugge al controllo delle istituzioni monetarie e porta con sé gravi conseguenze.
Si parla in particolare di iperinflazione quando i prezzi dei beni fanno registrare un aumento di oltre il 50% al mese e tale situazione si protrae per lungo tempo. È un evento estremamente raro, che caratterizza in particolare i periodi di crisi e di grandi sconvolgimenti economici, determinato dall’eccessiva stampa di denaro da parte di una banca centrale. Uno dei casi più famosi nella storia è quello della Repubblica di Weimar, nella Germania degli anni ’20 del secolo scorso: nel 1923 si arrivò ad avere un’inflazione del 325.000.000%.
Stagflazione
La stagflazione è un termine che unisce due differenti fenomeni: da una parte il persistente aumento dell’inflazione, dall’altro la bassa oppure nulla crescita del Prodotto interno lordo (Pil), la cosiddetta “stagnazione”. Si tratta di un termine nato agli inizi degli anni 70 del secolo scorso, a seguito degli shock petroliferi che hanno caratterizzato il biennio 1973-74: il prezzo del petrolio era aumentato drasticamente causando una crescita del costo dei beni e contribuendo a far aumentare la disoccupazione. La stagflazione rappresenta un problema particolarmente complesso da risolvere. Le banche centrali devono infatti destreggiarsi tra le politiche volte a ridurre l’inflazione, che tendenzialmente colpiscono l’occupazione, e quelle pensate per diminuire la disoccupazione, che però contribuiscono a far salire l’inflazione.
Deflazione
Al contrario dell’inflazione, la deflazione rappresenta un calo dei prezzi dei beni nel tempo. Come conseguenza il potere d’acquisto dei salari aumenta. Si tratta di un fenomeno che nel breve periodo può certamente favorire i consumatori, i quali possono acquistare una maggiore quantità di beni con lo stesso ammontare di moneta. Nel lungo periodo, però, il calo dei prezzi sfavorisce le aziende, che vedono i propri margini ridursi, innescando un circolo vizioso che porta a licenziamenti e in generale a crisi economica, con un conseguente calo della produzione. Uno dei casi più famosi di deflazione della storia è rappresentato dal Giappone degli anni '90: ci fu un periodo di stagnazione economica e di calo dei prezzi che portarono a quello che è noto come “il decennio perduto”.
Disinflazione
Sebbene il concetto possa sembrare simile a quello di deflazione, i due termini hanno ben poco in comune: si è infatti in presenza di disinflazione quando, nel tempo, il tasso di inflazione cala pur rimanendo positivo. La differenza tra deflazione e disinflazione è quindi evidente: nel primo caso i prezzi calano nel tempo, mentre nel secondo a calare è solo la velocità dell’inflazione, ma i prezzi continuano comunque ad aumentare.
E' importante perchè...
- Sia l'aumento che la diminuzione dei prezzi hanno risvolti negativi su persone, imprese e spesa pubblica.
- L'inflazione elevata erode la capacità di utilizzare la liquidità accantonata dai risparmiatori per acquisti di beni e servizi futuri.
- Un'inflazione in diminuzione, invece, mette in difficoltà il sistema aziende e il reddito da salario.
- Comprendere lo scenario corrente permette all'investitore di modificare i propri investimenti e proteggersi dagli eventuali rischi.
Macroeconomia
L'inflazione può originare da determinanti diverse e le banche centrali lavorano per mantenere la stabilità.
Target d’inflazione
Per cercare di mantenere la stabilità dei prezzi viene adottata una strategia di politica monetaria definita target di inflazione: nella sostanza la Banca centrale di un determinato territorio definisce un tasso di inflazione obiettivo e mette in atto tutti gli accorgimenti necessari per mantenerlo effettivamente attorno a quel valore. Nel luglio 2021, nell’ambito della revisione della sua strategia di politica monetaria, la Banca centrale europea (Bce) ha annunciato di voler perseguire un obiettivo d’inflazione pari al 2% nel medio periodo.
Inflazione monetaria
L’inflazione monetaria è alla base della teoria monetarista che nella seconda metà del Novecento ha attribuito la responsabilità della crescita dei prezzi all’espansione dell’offerta di moneta delle banche centrali. Le banche centrali non sono però le uniche responsabili: anche quelle commerciali svolgono un ruolo di primo piano secondo questa teoria, in ragione dei crediti che concedono ai vari operatori economici.
Inflazione importata
In un sistema di economie interconnesse tra loro è possibile anche importare l’inflazione. Tipicamente si tratta di un fenomeno che colpisce soprattutto i Paesi trasformatori di materie prime, come l’Italia. L’origine dell’inflazione importata è quindi esogena rispetto a un dato sistema economico, ma si ripercuote a cascata sul prezzo dei prodotti venduti nel Paese, generando così inflazione interna. Un esempio tipico di inflazione importata è quella originatasi a seguito degli shock petroliferi del 1973 e del 1979.
E' importante perchè...
- Mantenere i prezzi stabili attraverso i target di inflazione fa crescere l'economia: aumenta il benessere generale, cresce il mercato del lavoro e privati e aziende possono pianificare spesa e investimenti.
- Un potere di acquisto stabile permette di assumere decisioni di investimento e pianificare per il futuro.
I trucchi delle aziende
Modifiche che riguardano i prodotti e che possono avere impatti sulle abitudini di consumo.
Shrinkflation
Si tratta di una particolare pratica associata al ridimensionamento dei prodotti. Soprattutto nei periodi di inflazione elevata, alcune aziende ricorrono alla riduzione delle dimensioni o della quantità degli articoli, mantenendo però invariato il prezzo. La shrinkflation consente alle aziende di aumentare il proprio margine di operatività e redditività riducendo i costi e mantenendo il volume delle vendite. Il termine deriva dall’unione dei termini inglesi “to shrink”, rimpicciolire, e “inflation”, inflazione.
Skimpflation
Simile alla shrinkflation, la skimpflation è una situazione in cui le imprese, in risposta all’aumento dei costi, riducono la qualità di un bene o un servizio. È una pratica correlata all’inflazione, in quanto l’aumento dei prezzi e dei costi nell’economia porta a una riduzione del tenore di vita dei consumatori. Di conseguenza le aziende non aumentano direttamente i prezzi, ma nella pratica si dovrà spendere di più per ottenere lo stesso servizio di prima. Un esempio è rappresentato dalle compagnie telefoniche che riducono il personale nei call center, aumentando il tempo necessario per la risoluzione dei problemi. Il termine deriva dall’unione dei termini inglesi “to skimp”, risparmiare, e “inflation”, inflazione.
E' importante perchè...
- Permette di fare scelte di consumo consapevoli
Entrando nel tecnico
Alcuni concetti per comprendere come diversi fattori interagiscono con l'inflazione e influiscono sul mondo degli investimenti.
Tassi swap e attese di mercato
I contratti swap sono prodotti derivati attraverso i quali due controparti decidono di scambiarsi somme di denaro (più spesso la differenza tra queste ultime) in base a specifiche stabilite dal contratto stesso, che ne determina la classificazione. Il più comune tra gli swap è l’Interest Rate Swap (IRS), che si basa sui tassi d’interesse.
Gli swap sono inoltre utilizzati per ottenere stime delle aspettative di inflazione derivate dai mercati finanziari, corrette per il premio al rischio. Calcolando infatti la differenza tra il tasso dello swap e il tasso di inflazione realizzato sullo stesso orizzonte si ottiene una misura non distorta del premio al rischio.
Indicizzazione all’inflazione
In finanza, il meccanismo dell’indicizzazione permette di adeguare in maniera automatica una grandezza economica alle variazioni di un’altra, come può essere per esempio il tasso d’inflazione. In questo caso specifico l’indicizzazione serve ad avere una protezione contro l’aumento del livello dei prezzi. Uno degli esempi classici di indicizzazione è quello relativo al tasso d’interesse sui mutui, che viene agganciato automaticamente a un tasso di riferimento (tipicamente l’Euribor), che a sua volta è agganciato all’inflazione.
Inflazione da break even
Il concetto di inflazione da break even è utilizzato in ambito obbligazionario. Con questo termine si intende infatti la differenza tra il rendimento di un'obbligazione legata all’inflazione e quello di un’obbligazione a tasso fisso convenzionale. Questa particolare tipologia di inflazione è considerata un indicatore di mercato delle aspettative sul costo della vita.
Curva di Phillips
La Curva di Phillips prende il nome da Alban William Phillips, lo studioso che nel 1958 pubblico il saggio “La relazione tra disoccupazione e il tasso di variazione dei salari monetari nel Regno Unito 1861-1957”. Secondo la teoria dell’economista neozelandese esiste quindi una relazione inversa tra le due variabili: in altre parole, quanto più è alto il tasso di disoccupazione tanto più è basso il tasso di crescita dei prezzi (ovvero l’inflazione) e dei salari.
E' importante perchè...
- Essendo l'inflazione un fenomeno che ha numerosi e diversi impatti sull'economia reale e gli investimenti, la conoscenza di alcuni aspetti tecnici permette di individuare priorità e obiettivi per impostare una strategia di investimento individuale e coerente.
- Conoscere gli indici e gli acronimi per comprendere il linguaggio specialistico dell'economia permette di fare scelte consapevoli.
Fonte dell'immagine: Getty Images