L’aumento delle temperature a livello globale rappresenta una sfida significativa e costante per il nostro pianeta. Nel nostro ruolo di investitori per conto dei nostri clienti, riteniamo di svolgere un ruolo importante nell’identificare e investire in società che trarranno vantaggio dalle opportunità che derivano dal rapido passaggio a un mondo a basse emissioni e nell’individuare i rischi che comporta l’investimento in società non ancora pronte a compiere questa transizione.
Come investitori a lungo termine, siamo certi che il rischio climatico continuerà a influenzare le strategie aziendali ben oltre il mandato dei dirigenti e consigli di amministrazione attuali. È fondamentale creare un sistema che incoraggi e faciliti le informative nel lungo termine. Notiamo inoltre che le aziende in grado di anticipare iniziative imminenti sul fronte del cambiamento climatico e di collaborare con i governi per raggiungere gli obiettivi fissati possono beneficiare del vantaggio della prima mossa.
Alcuni paesi e settori presentano un’intensità di carbonio maggiore di altri e dovranno apportare cambiamenti più radicali nella transizione verso un’economia a basse emissioni. Il nostro approccio al coinvolgimento sul rischio climatico consiste nel concentrarsi sui settori e sulle società in cui il cambiamento climatico rappresenta il rischio maggiore per gli investimenti dei nostri clienti.
Casi concreti dell’attività di engagement nel 2021
In collaborazione con i nostri analisti di investimento e gestori di portafoglio, l’engagement attivo con le società che utilizzano combustibili fossili (società lato domanda) in relazione alle modalità di gestione dei rischi di cambiamento climatico e delle emissioni di gas a effetto serra rimane uno dei principali obiettivi delle nostre iniziative di stewardship.
Shin Etsu Chemical, Giappone
Criticità
Oltre il 5,8% delle emissioni globali di gas serra (GHG) è imputabile al settore chimico e petrolchimico. Se non si interviene rapidamente sul fronte della decarbonizzazione, questo settore corre quindi rischi significativi a fronte dell’inasprimento della legislazione. Sono stati espressi timori in merito agli obiettivi climatici di questa società chimica giapponese e alle sue informative sul rischio climatico.
Attività di coinvolgimento
Il timore che l’obiettivo di riduzione delle emissioni di Shin Etsu (che prevedeva una diminuzione dell’intensità di carbonio pari al 55% entro il 2025, rispetto al 1990) fosse significativamente disallineato con l’Accordo di Parigi ci ha portato a un engagement con l’azienda nel 2020, con la richiesta di rivedere e aggiornare tale obiettivo. In quell’occasione, abbiamo inoltre esortato la società ad approfondire l’analisi degli scenari di cambiamento climatico, per permettere agli investitori di comprendere meglio i rischi, le opportunità e le strategie relative al clima riguardanti l’azienda stessa.
Nel 2021, la società ha pubblicato un’informativa sul clima aggiornata e ci siamo confrontati con un engagement di follow-up per valutare i progressi compiuti. Per quanto riguarda l’analisi degli scenari, abbiamo preso atto di sviluppi positivi in quanto la società ha presentato un’analisi dei rischi e delle opportunità basata sugli scenari di un aumento di 2 gradi e di 4 gradi, valutando l’impatto di tali problemi in termini di scala (piccola/medio/grande) e accompagnando tale valutazione con le principali contromisure.
In relazione alla definizione degli obiettivi, la società ha spiegato che il motivo per cui non si è ancora impegnata a raggiungere obiettivi a emissioni zero è la riluttanza del management a farlo poiché al momento non esiste una strategia credibile per raggiungerli. Pur ritenendo che la cultura aziendale affronti con grande serietà la definizione degli impegni, abbiamo consigliato alla società di presentare obiettivi realistici e ambiziosi da realizzare entro un lasso di tempo in cui il management potrebbe impegnarsi.
L’azienda sta esaminando come ridurre in modo economicamente vantaggioso le emissioni di ambito 1, anche attraverso il ricorso al gas naturale che sotto il profilo delle emissioni è neutro.
Risultati e prossimi passi
Prendiamo atto dei passi avanti compiuti dalla società e riteniamo che ci sia momentum sufficiente per ulteriori miglioramenti nel 2022. Come prossimi passi, abbiamo suggerito che sarebbe utile pubblicare la ripartizione delle emissioni di GHG per ramo di attività e fornire al mercato una spiegazione più concreta della roadmap prevista.
Il rapido aumento delle emissioni negli ultimi trent’anni è stato determinato principalmente dai mercati emergenti, con l’aumento delle emissioni di gas serra dai paesi in via di rapido sviluppo. Nei mercati emergenti, tuttavia, abbiamo l’opportunità di sostenere le aziende a superare i mercati sviluppati nel percorso di decarbonizzazione e innovazione nell’ambito delle tecnologie a basse emissioni.
PTT Plc, Thailandia
Criticità
PTT Plc, società statale thailandese del settore petrolifero e del gas, era per noi motivo di preoccupazione in relazione agli obiettivi di riduzione dell’intensità delle emissioni, che sembravano disallineati con il calo necessario per rispettare l’Accordo di Parigi, esibendo una dipendenza a lungo termine dall’energia basata su combustibili fossili.
Attività di coinvolgimento
Nel maggio 2021 abbiamo parlato con la società, i cui rappresentanti ci hanno illustrato gli obiettivi di riduzione delle emissioni. Abbiamo messo in discussione gli obiettivi relativi all’intensità delle emissioni di ambito da 1 a 3 dell’azienda che, all’epoca, mirava a limitare le emissioni totali di ambito 1 e 2 al di sotto dei 40,2 milioni di tonnellate di CO2 entro il 2030, pari a un aumento del 25% rispetto alle emissioni effettive del 2020. Abbiamo espresso la nostra perplessità in merito a tali obiettivi e a qualsiasi rapida espansione della produzione di gas e petrolio che avrebbero potuto accompagnarli. La società ha illustrato i suoi primi progetti per diversificare le proprie attività in rami non energetici.
Risultati e prossimi passi
Nel corso dell’anno, la società ha presentato agli investitori una visione aggiornata, ivi compresi nuovi obiettivi per la riduzione delle emissioni e la produzione di energia pulita. Il nuovo impegno prevedeva una riduzione del 15% delle emissioni totali di ambito 1 e 2 entro il 2030 rispetto ai livelli del 2020 e l’azzeramento delle emissioni nette entro il 2070. Si tratta di obiettivi significativamente più positivi rispetto ai precedenti. L’azienda si è posta inoltre l’obiettivo di raggiungere una capacità di 12 gigawatt (GW) in termini di energie rinnovabili e di aumentare dal 20 al 36% gli investimenti per le energie rinnovabili e le nuove attività non legate agli idrocarburi per il decennio 2021-2030..
Accogliamo con favore il nuovo impegno di PTT per la mitigazione del rischio climatico e continueremo le attività di engagement, non solo per comprendere i piani della società per raggiungere gli obiettivi fissati, ma anche per incoraggiare un maggiore allineamento degli obiettivi all’Accordo di Parigi. Continueremo a raccogliere informazioni sui rischi e sulla performance finanziaria della società per quanto riguarda gli investimenti in settori relativamente non correlati al suo ramo di attività principale.
In qualità di detentori di obbligazioni non abbiamo diritti di voto, ma in qualità di finanziatori attribuiamo un notevole valore a una linea di comunicazione diretta con il management e conduciamo attività di engagement sul rischio climatico laddove ciò sia rilevante per le società a cui forniamo credito. L’engagement con gli emittenti high yield è importante dato che tali società sono spesso all’avanguardia nel percorso di gestione dei rischi ESG.
Cheniere, Stati Uniti
Criticità
Cheniere è una società produttrice di gas naturale liquefatto (GNL) con sede in Texas. Abbiamo espresso preoccupazioni in merito adeguatezza dell’informativa sul rischio del cambiamento climatico della società, in particolare in merito sia al rischio che interessava gli asset fisici che ai piani per gestire i rischi di transizione.
Attività di coinvolgimento
Nel 2020 avevamo espresso il timore che la società non fornisse informazioni adeguate sui potenziali rischi riguardanti gli asset fisici dell’azienda in luoghi soggetti a uragani e il potenziale calo della domanda di gas. Abbiamo incoraggiato Cheniere a produrre un rapporto TCFD, comprensivo di un’analisi dello scenario climatico.
Nel giugno 2021, la società ha pubblicato la relazione sulla responsabilità sociale d’impresa, con una sezione TCFD migliorata e, separatamente, una relazione di analisi dello scenario. In aggiunta a ciò, negli ultimi 12 mesi la società ha pubblicato una valutazione dell’analisi del ciclo di vita sottoposta a revisione paritaria per migliorare il conteggio delle emissioni; discusso l’iniziativa di quantificazione, monitoraggio, informativa e verifica (QMRV), promossa in collaborazione con altri cinque produttori di gas naturale e volta a valutare le emissioni di GHG di oltre 100 pozzi; condiviso piani futuri per valutare la convenienza di diverse metodologie per misurare le emissioni (ad esempio droni, aerei, satelliti e così via e il possibile utilizzo di etichette per le emissioni del trasporto merci), che hanno lo scopo di migliorare la trasparenza ambientale, stimando le emissioni generate dai cargo di gas naturale liquido dal pozzo al punto di consegna.
Accogliendo con favore questi risultati, abbiamo quindi effettuato un engagement di follow-up con la società per comprenderne i progressi sul fronte climatico. Abbiamo incoraggiato l’azienda a iniziare a pubblicizzare sui social le iniziative intraprese in ambito QMRV per promuovere standard comuni. Abbiamo invitato la società a considerare, nell’analisi dell’anno prossimo, lo scenario di neutralità carbonica dell’IEA, una tabella di marcia ampiamente citata, destinata al settore energetico globale per azzerare le emissioni nette entro il 2050. Abbiamo chiesto in che modo l’analisi dello scenario ha influenzato il modo in cui la società concepisce gli investimenti futuri. La risposta è stata che gli investimenti futuri sono valutati in base alla capacità dei flussi di cassa generati dagli accordi di vendita e acquisto (SPA) di generare rendimenti, tenendo in considerazione il prezzo del carbonio.
Risultati e prossimi passi
Siamo incoraggiati dai passi avanti compiuti dalla società in risposta al nostro engagement e continueremo a monitorarne i progressi nel 2022. Esamineremo le informative future per l’analisi dello scenario di azzeramento delle emissioni nette e i risultati delle iniziative QMRV portate avanti dall’azienda. Ci aspettiamo che la società fissi obiettivi per le emissioni di ambito 1 e 2. Riconosciamo, tuttavia, che la natura dei suoi attivi comporterà probabilmente tempi più lunghi per fissare questi obiettivi rispetto a società più mature.
Pur conducendo in autonomia la maggior parte delle nostre attività di engagement, riteniamo che la collaborazione con altri investitori e stakeholder che condividono con noi valori comuni possa aiutare a rafforzare e, ove necessario, a intensificare i nostri sforzi in questo senso.
POSCO, Corea del Sud
Criticità
Siamo membri dell’iniziativa Climate Action 100+, che promuove attività di engagement con i 100 principali emittenti. Il gruppo, che rappresenta più di USD 47.000 miliardi di AUM, conduce da tempo attività di engagement con POSCO. Nel 2021 abbiamo aderito a un’iniziativa di engagement collaborativa, mettendo a frutto il nostro rapporto di lunga data con POSCO per dare più voce agli investitori e chiedere alla società di fornire maggiori dettagli sulla sua strategia decarbonizzazione e pianificazione del capitale.
Attività di coinvolgimento
Nel 2021, l’Institutional Investors Group on Climate Change (IIGCC) ha pubblicato una relazione (“Global Sector Strategies: Investor Interventions to Accelerate Net Zero Steel”, “Strategie settoriali globali: l’intervento degli investitori per accelerare l’azzeramento delle emissioni nel settore dell’acciaio”) nella quale delineava le sfide specifiche che il settore deve affrontare per colmare il divario verso l’azzeramento delle emissioni nette e proponeva alle aziende e ad altri stakeholder possibili azioni da intraprendere. Nell’ambito del nostro ruolo all’interno dell’engagement collaborativo, ci siamo incontrati con la società per discutere la relazione e i piani aziendali di decarbonizzazione.
Nonostante i problemi di costi, la società ha riconosciuto l’opportunità offerta dall’aumento della domanda di acciaio a basse emissioni e ha spiegato di avere in corso collaborazioni con omologhe di settore per investire nella tecnologia dell’idrogeno per la produzione di acciaio. L’azienda ha condiviso queste conoscenze in occasione dell’Hydrogen Iron & Steel Making Forum 2021, il primo forum internazionale al mondo sulla produzione di acciaio all’idrogeno. Abbiamo chiesto un aggiornamento sul progetto HyRex della società (un’attività di ricerca e sviluppo iniziata più di 10 anni fa, per utilizzare unicamente idrogeno come agente di riduzione del ferro).
Abbiamo spiegato a POSCO che vogliamo maggiore chiarezza sul piano di investimenti elaborato per raggiungere la neutralità carbonica entro il 2050. Al momento, la società fa affidamento su obbligazioni e prestiti verdi, ma per raggiungere l’azzeramento delle emissioni nette sarà necessario più capitale. La società ha espresso prudenza sulla potenziale reazione degli azionisti qualora venissero diffusi maggiori dettagli sul suo piano di investimenti. Abbiamo evidenziato l’importanza della trasparenza e del fatto che gli investitori siano già consapevoli delle problematiche finanziarie legate alla decarbonizzazione.
La società ha chiesto agli investitori di tenere conto del difficile scenario asiatico per lo sviluppo di infrastrutture per le energie rinnovabili e l’abbandono dell’energia a carbone. Pur avendo preso atto che le politiche del governo in Corea non favoriscono le energie rinnovabili, abbiamo sottolineato che il costo di sviluppo per l’energia eolica e fotovoltaica è diminuito drasticamente, rendendo queste tecnologie molto più competitive. Abbiamo suggerito all’azienda di adottare una visione a più lungo termine e messo in evidenza i rischi aziendali a medio-lungo termine derivanti dall’inazione o da una reazione troppo lenta ai rischi del cambiamento climatico. Abbiamo incoraggiato POSCO, altri utenti e fornitori di energia a collaborare con il governo per trovare una soluzione vincente.
Risultati e prossimi passi
Notiamo che la società è stata ricettiva al feedback degli investitori e intende tenerne conto nel proprio piano di sostenibilità. Monitoriamo i progressi sugli ulteriori sviluppi su questo fronte.
Votazione sul cambiamento climatico
Utilizziamo in modo proattivo i nostri diritti come azionisti attraverso un engagement diretto con le aziende sul rischio climatico, ma esprimiamo il nostro parere anche attraverso la nostra attività di voto. Consideriamo la possibilità di votare contro l’elezione degli amministratori, la remunerazione dei dirigenti o altre delibere del management qualora non siamo soddisfatti dei passi intrapresi dalla società in merito al rischio del cambiamento climatico, alla qualità dei colloqui di engagement o ai progressi compiuti.
Votare le proposte degli azionisti sui cambiamenti climatici rappresenta un altro modo importante per esprimere le nostre opinioni quando riteniamo che il management potrebbe gestire meglio il rischio climatico. Quest’anno abbiamo anche assistito alla nascita dei cosiddetti voti “Say-on-Climate”, in base ai quali le aziende sottopongono i propri piani d’azione per il clima all’approvazione degli azionisti. Gli investitori devono garantire che gli obiettivi fissati dalle società siano concreti e adeguatamente implementati e che, in caso contrario, si possa intervenire. Esplora il nostro quadro di riferimento per il voto sul clima >
Casi concreti sul voto nel 2021
Problematica di voto: rischio climatico ed elezioni degli amministratori
ExxonMobil, Stati Uniti
Un decennio di sottoperformance delle azioni della società e il peggioramento del bilancio ha sollevato interrogativi sulla strategia adottata dal management e sulla supervisione da parte del consiglio di amministrazione di ExxonMobil, società produttrice di petrolio e gas. In occasione dell’assemblea generale annuale del 2021 della società, l’hedge fund attivista Engine No. 1 ha presentato quattro candidati propri per l’elezione al consiglio di amministrazione.
Azione
La strategia di ExxonMobil ad alta intensità di capitale ha suscitato preoccupazioni per il suo ramo d’attività principale: la spesa era orientata verso cicli di investimento a lungo temine che sarebbero stati esposti ai rischi di transizione energetica, data la lunga durata e l’ampia imprevedibilità del futuro andamento della domanda e dei prezzi di petrolio e gas. L’esposizione dell’azienda alle tecnologie di decarbonizzazione, inoltre, non era sufficiente per trarre vantaggio dall’eventuale partecipazione allo sviluppo di soluzioni per far fronte al cambiamento climatico. Nei nuovi rami di attività a basse emissioni, su cui lavora da ormai vent’anni, il progresso sotto il punto di vista commerciale è stato lento.
Risultati e prossimi passi
Dopo un’approfondita due diligence sulle posizioni e sui candidati di Engine No. 1, e in aggiunta al nostro engagement di lunga data con il consiglio di amministrazione e il team di management di ExxonMobil, abbiamo votato in favore di tre dei candidati al ruolo di amministratore proposti dall’attivista Engine No. 1 per ExxonMobil. Abbiamo sostenuto tre candidati che a nostro avviso possedevano esperienza e competenze nel settore energetico necessarie per aiutare specificamente la società a superare questo periodo di cambiamento strutturale nel settore. Tutti e tre i candidati per i quali abbiamo votato sono stati eletti nel consiglio di amministrazione.
Problematica di voto: rischio climatico e delibere degli azionisti
Woodside Petroleum, Australia
Una delibera degli azionisti relativa al clima è stata presentata nell’aprile 2021 da Market Forces, in occasione dell’assemblea generale annuale di questo produttore australiano di gas naturale. La proposta chiedeva alla società di rendere noto come le spese per gli investimenti e le attività operative sarebbero state gestite per allinearsi all’Accordo di Parigi.
Azione
Nel novembre 2020 la società aveva annunciato obiettivi aggiornati di riduzione delle emissioni a breve e medio termine e nella relazione annuale 2020 aveva riferito in base al quadro di riferimento TCFD. Per indirizzare il lavoro della società sulla transizione climatica era stato inoltre nominato un esperto di clima, alle dirette dipendenze del CEO. Giudichiamo con favore le iniziative intraprese dall’azienda per rafforzare le informative e gli obiettivi sul clima.
Risultati e prossimi passi
La proposta dell’azionista richiedeva espressamente alla società di rendere noti i piani per gestire le attività di produzione di petrolio e gas. Non condividiamo il fatto che questo percorso sia l’unico coerente con il conseguimento degli obiettivi dell’Accordo di Parigi. Abbiamo quindi deciso di votare contro la delibera, che ritenevamo eccessivamente prescrittiva. Contatteremo la società per un colloquio di follow-up sul lavoro che sta portando avanti sul clima, in particolare in relazione alle emissioni di ambito 3, e sul voto di consulenza in materia di clima in occasione dell’assemblea generale annuale 2022.
Approfondimenti
Priorità della stewardship
Riepilogo dei rischi
Alcune strategie dei clienti che investono sulla base di criteri di sostenibilità / ESG – ambientali, sociali e di governance - comportano analisi qualitative e soggettive. Non vi è alcuna garanzia che le decisioni prese dal consulente avranno successo e / o saranno in linea con le convinzioni o i valori di un particolare investitore. A meno che non sia specificato dal contratto con il cliente o dai documenti di offerta, specifici attivi / società non sono esplicitamente esclusi dai portafogli sulla base di criteri ESG né esiste l'obbligo di acquistare e vendere titoli sulla base di tali fattori.